Castelluccio vuole uscire dal Parco dei Sibillini, è un errore

Il commento di Legambiente: “Il Parco Nazionale dei Monti Sibillini rappresenta il futuro e una risorsa importante per la ripresa economica delle aree terremotate”

 

“Riteniamo molto grave l’iniziativa avviata dalla Comunanza agraria di Catelluccio di Norcia di raccolta firme per uscire dal Parco Nazionale dei Sibillini, così come sono gravi gli attacchi arrivati anche dalla Presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini e da alcuni sindaci umbri e marchigiani contro il Parco, reo di aver solo richiesto al comune di Norcia il rispetto di alcune prescrizioni per la realizzazione di alcune opere – è il commento di Antonio Nicoletti responsabile aree protette e biodiversità di Legambiente Onlus – perché sanno bene, soprattutto chi ha ruoli istituzionali, che l’emergenza post terremoto e la ricostruzione possono essere gestite in modo adeguato nel rispetto delle norme di salvaguardia previste, sia dal regime di tutela imposto nei territori delle aree protette, che dalle norme che derivano dalla applicazione delle Direttive comunitarie per la tutela di specie e habitat prioritari di cui sono garanti le Regioni ”.

“Abbiamo forte il sospetto che qualcuno tenti di forzare l’interpretazione delle leggi e le presunte limitazioni poste dall’Ente Parco come grimaldello per fare, in questo territorio straordinariamente ricco di risorse naturali e paesaggistiche, quello che non è concesso dalle norme e dalla logica – continua Legambiente. Crediamo pure che ci sia molta strumentalità nelle critiche rivolte al parco che bloccherebbe la realizzazione delle opere utili alla ripresa dell’economia del Parco. Un sospetto che nasce dalla presa d’atto che, dopo che il parco ha dato il suo parere sul discusso progetto del Deltaplano migliorandolo in molte parti rispetto alla proposta iniziale, nessuno ha più la fretta iniziale. Vogliamo ricordare agli abitanti di Catelluccio, ai Sindaci e alla Presidente Marini che l’economia di quei territori, caratterizzata dall’agricoltura, a cominciare dalla tanto famosa lenticchia, dalla filiera della trasformazione agroalimentare e dal turismo, dipende molto dalla presenza del tanto vituperato Parco”.

“Serve invece un patto, tra comunità, amministrazioni locali e regionali, Ente Parco e associazioni ambientaliste, come Legambiente, per immaginare e lavorare insieme per il futuro di quei territori che non possono prescindere da una ricostruzione rigorosa, rispettosa delle norme e che garantisce salvaguardia e valorizzazione del patrimonio naturale. E è per questo – conclude Legambiente – che il Parco Nazionale dei Monti Sibillini e Legambiente hanno costituito il “Tavolo della Rinascita”, un tavolo per costruire insieme un percorso di valorizzazione del territorio, ma anche per trovare soluzioni alle tante criticità irrisolte da tanto tempo”.