Edilizia scolastica, crollato il tetto istituto tecnico a Fermo

“Urge un piano di messa in sicurezza delle scuole soprattutto nelle aree più a rischio. È inammissibile che ad oggi non si abbia un’anagrafe dell’edilizia scolastica completa e affidabile che permetta di sapere quali sono gli edifici più a rischio e di definire le priorità di intervento”. Dichiara Legambiente

“Non si può pensare di affidare la sicurezza degli edifici scolastici al fato. Quanto accaduto questa mattina a Fermo, dove è crollato il tetto di un istituto tecnico, è un fatto grave e che dimostra nuovamente il pessimo stato di salute in cui versano molti edifici scolastici italiani. La messa in sicurezza delle scuole deve diventare davvero una priorità su cui lavorare prevedendo interventi specifici di manutenzione non più rimandabili e relativi, ad esempio, all’età dell’edificio e alla situazione di rischio dell’area, e soprattutto provvedendo alla strutturazione di un piano urgente di messa in sicurezza degli edifici scolastici soprattutto che vertono nelle aree più a rischio, come è il caso di Fermo. Per questo chiediamo ancora una volta con forza il completamento, dell’anagrafe dell’edilizia scolastica, che ci restituisca un monitoraggio reale dello stato delle nostre scuole, con l’obiettivo di avere entro il 2020 il fascicolo di fabbricato per ogni scuola d’Italia. Occorre dunque lavorare in questa direzione perché le scuole devono essere dei luoghi sicuri e cantieri di innovazione”. E’ quanto affermano Vanessa Pallucchi, vicepresidente nazionale di Legambiente e Francesca Pulcini, Presidente di Legambiente Marche

Legambiente ricorda che nella Penisola, stando all’ultimo dossier Ecosistema Scuola, oltre il 41% delle scuole (15.055) si trova in zona sismica 1 e 2, cioè a rischio di terremoti fortissimi o forti; il 43% di questi risale a prima dell’1976, e cioè a prima dell’entrata in vigore della normativa antisismica; solo il 12,3% delle scuole presenti in queste aree risulta progettato o adeguato successivamente alle tecniche di costruzione antisismica. Inoltre analizzando le linee di finanziamento degli ultimi quattro anni, solo il 3,5% degli interventi ha riguardato l’adeguamento sismico delle aree a rischio (532 interventi per 15.055 edifici), con una tempistica tale da permettere il raggiungimento dell’obiettivo sicurezza in quelle aree solo tra 113 anni.

Per quanto riguarda i dati di Ecosistema Scuola relativi alle Marche, l’associazione ambientalista ricorda che non comprendono la città di Ascoli Piceno, che continua a inviare dati incompleti e Fermo che non ha risposto. I tre Comuni di Ancona Pesaro e Macerata presentano il 47,2% di edifici costruiti ante normativa antisismica del ‘74, contro una media nazionale del 63,6%, ma solo l’1,4% è stata costruita secondo con criteri antisismici e solo su un 14,3% è stata eseguita la verifica di vulnerabilità sismica, nonostante il territorio delle Marche sia stato fortemente colpito dagli eventi sismici del 2016.