Il 5 aprile scorso il Senato ha approvato in via definitiva il provvedimento di conversione in legge del DL n. 8 del 9 febbraio, che prevede nuovi interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici del 2016 e del 2017.
Anche se sono state introdotte importanti modifiche, è però mancato il coraggio di affrontare una delle quelle questioni più spinose che accomuna tutti i terremoti, lo smaltimento delle macerie, a cui si accompagna spesso lo spettro di possibili infiltrazioni criminali nella gestione di questi materiali.
La soluzione migliore consiste oggi nel recupero differenziato e nel riutilizzo dei materiali per gli usi compatibili, attraverso macchinari utilizzati direttamente sul posto e capaci di produrre materiali necessari per la ricostruzione. Una prospettiva che introdurrebbe innovazioni nella ricostruzione, risparmiando risorse pubbliche e naturali. È questa una delle prime sfide da affrontare nella aree post-sisma e che invece inspiegabilmente non è stata considerata.
Tra le novità introdotte dal decreto ben vengano le risorse previste per fare le indagini sulla vulnerabilità sismica in tutti gli edifici scolastici situati nelle zone più a rischio sismico, la decisione di destinare una parte della quota dello Stato dell’8×1000, per 10 anni, alla ricostruzione e al restauro dei beni culturali distrutti o danneggiati dal terremoto; e ancora l’aver previsto il ripristino e la manutenzione della sentieristica nei parchi e il coinvolgimento e la partecipazione dei cittadini alle scelte di pianificazione e sviluppo territoriale, ricostruzione e salvaguardia dei beni comuni.
La ricostruzione può essere una grande occasione per promuovere una nuova idea di rilancio, sviluppo e benessere dell’Appennino centrale, capace di invertire il fenomeno dello spopolamento anche attraverso la valorizzazione dei beni culturali e dei sentieri dei parchi. L’attenzione al patrimonio storico culturale e a quello naturale paesaggistico possono dare un grande contributo alla ripresa e allo sviluppo delle attività economiche locali di queste aree colpite dal sisma.